Incursione nell'arte con parole, letture e immagini con Roberta Scorranese autrice del libro
18.06.2024
A QUESTO SERVE IL CORPO. Viaggio nell’arte attraverso i corpi delle donne
“Il corpo cambia, ma resta la luce. Non è forse questo che ci salva dalla caducità? Lo sguardo di chi ci ama.”
Il 10 marzo 1914, a Londra, la suffragetta Mary Richardson impugna un coltello e lo affonda nella schiena di una donna di divina bellezza, nuda e intenta a guardarsi allo specchio: è la Venere Rokeby di Diego Velázquez, conservata alla National Gallery. Quel gesto di una donna contro un’altra donna, sia pure dipinta, mira a colpire il simbolo della femminilità vista dai maschi, della bellezza tenuta lontana dalla storia. Anche a questo serve il corpo: a rispecchiarsi, a ribellarsi. Roberta Scorranese mette al centro della sua riflessione il corpo femminile e le rappresentazioni che ne hanno fatto i massimi artisti di tutti i tempi (tra le altre, la regalità popolana ritratta nella Madonna del Parto di Piero della Francesca, l’antimichelangiolesca pienezza della Woman Eating di Duane Hanson o il dolore monumentale di Diego e io di Frida Kahlo) ma anche la fisicità di donne a noi più vicine, ciascuna con il suo segreto e la sua unicità. Insieme a quella del corpo, emerge con chiarezza in queste pagine la centralità dello sguardo, che fruga le superfici in cerca di una verità più profonda. Fondamentale è saper guardare, saperci accostare all’arte con la stessa sete con cui ci avviciniamo a un corpo amato: con turbamento ed emozione, disponibili a essere trasformati da ciò che vediamo e a lasciar scaturire da ogni incontro nuove storie. Perché a che cosa serve, questo nostro corpo, se non a essere la forma di una intima felicità? Le donne dipinte, le donne reali, le donne come visioni in questo libro ci dicono che felice è il corpo capace di cambiare, di non rimanere immobile, di essere guardato senza perdere il proprio mistero, di amarsi prima di essere amato, di farsi luce dentro una tela o voce dentro un racconto.
ROBERTA SCORRANESE
Giornalista, lavora al Corriere della Sera, dove si occupa di temi culturali. È direttrice scientifica del Master Arte e Beni Culturali presso Rcs Academy Business School. Per Bompiani ha scritto il memoir Portami dove sei nata (2019).
Un corpo guardato non è forse un corpo sempre in allerta? Attento alle imperfezioni, sensibile alle critiche, più o meno esperto nell’esibizione. È un corpo discusso: l’orologio biologico, il cambiamento, la metamorfosi della gravidanza, l’invecchiamento, l’anoressia, la bulimia, gli interventi chirurgici. È un corpo politico: la ricrescita, le imperfezioni della pelle esibite sui social network, la spettacolarizzazione nelle fotografie, le narrazioni di sé, le molestie verbali, la seduzione. Ecco perché questo dipinto di Caravaggio, in un certo senso, potrebbe essere l’equivalente simbolico della «stanza tutta per sé» di Virginia Woolf.
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