ARTESOPHIA Come pensare l’arte

23.05.2024

di Dott. Roberto Viglino

Roberto Viglino

Come pensare l’arte

Perché è così difficile capire l’arte contemporanea? Nel lavoro questa banale domanda viene ribaltata: siamo certi di capire l’arte, da qualsiasi epoca essa provenga? E cosa vuol dire capire l’arte? Da quali pensieri “veniamo pensati” quando siamo di fronte ad un’opera d’arte e la riconosciamo come tale? Lungi dal pretendere di dare una risposta a tali interrogativi, intendo accompagnare chi ascolta in un percorso a ritroso nel tempo, fermandoci in alcune “stazioni”, più o meno famose. In ognuna di esse getteremo un rapido sguardo sull’accadere del fenomeno artistico. Da “The Clock” di Christian Marclay all’”Uomo Leone”, una statuetta preistorica di 40.000 anni fa, avremo modo di cogliere i riflessi di impensabili sfaccettature del fenomeno artistico, in grado di aprire scenari originali che complicano ulteriormente il problema della fruizione dell’opera d’arte.

 

Roberto Viglino: dopo la laurea in Medicina e Chirurgia si è specializzato in Psichiatria (unico indirizzo che gli avrebbe permesso di coltivare anche all’interno dell’ambito professionale i suoi interessi in campo filosofico, artistico, antropologico). Per questo motivo è anche diventato psicoanalista junghiano. Ha diretto, per gran parte della sua vita professionale, il Centro di Salute Mentale di Galliate dell’ASL Novara cercando di porre il rispetto per le persone al centro dell’operato.

 

Il video integrale della conferenza è disponibile al seguente link:

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FIGURE

12.10.2024–05.07.2025

Perché puntare l’attenzione sui ritratti in un’epoca in cui è facile, grazie alle moderne tecnologie, offrire immagini di sé in grado di rappresentare emozioni e situazioni differenti? Perché continuare a cercare di cogliere sentimenti e sensazioni attraverso una raffigurazione? E, soprattutto, cosa si intende oggi con ritratto? Queste sono le domande da cui parte questo nuovo progetto espositivo, che si focalizza sul ritratto e sulla sua evoluzione, partendo dal presupposto che lo stesso non è solo esperienza figurativa ma, in particolar modo nella contemporaneità, anche astratta.

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