FIGURE

12.10.2024–05.07.2025

Perché puntare l’attenzione sui ritratti in un’epoca in cui è facile, grazie alle moderne tecnologie, offrire immagini di sé in grado di rappresentare emozioni e situazioni differenti? Perché continuare a cercare di cogliere sentimenti e sensazioni attraverso una raffigurazione? E, soprattutto, cosa si intende oggi con ritratto? Queste sono le domande da cui parte questo nuovo progetto espositivo, che si focalizza sul ritratto e sulla sua evoluzione, partendo dal presupposto che lo stesso non è solo esperienza figurativa ma, in particolar modo nella contemporaneità, anche astratta.

A cura di Federica Mingozzi

Figure

Sin dall’antichità il ritratto, la figura per eccellenza, è stato uno dei mezzi di cui l’uomo si è servito soprattutto allo scopo di tramandare la memoria, di cristallizzare l’importanza di qualcuno che aveva, nel tempo, dato importanti contribuiti alla storia. Con il passare dei secoli sono divenuti soggetti ritraibili anche le persone comuni, la cui esperienza di quotidianità diveniva spesso spunto di riflessione. Nella modernità, poi, si è persa la volontà di vero oggettivo, andando sempre più nella direzione di una attenta ricerca delle caratteristiche psicologiche del soggetto.

 

Sin dall’antichità il ritratto, la figura per eccellenza, è stato uno dei mezzi di cui l’uomo si è servito soprattutto allo scopo di tramandare la memoria, di cristallizzare l’importanza di qualcuno che aveva, nel tempo, dato importanti contribuiti alla storia. Con il passare dei secoli sono divenuti soggetti ritraibili anche le persone comuni, la cui esperienza di quotidianità diveniva spesso spunto di riflessione. Nella modernità, poi, si è persa la volontà di vero oggettivo, andando sempre più nella direzione di una attenta ricerca delle caratteristiche psicologiche del soggetto.

 

 

 

Già da queste brevi note si possono cogliere importanti istanze per tentare di rispondere alle domande inziali. Bernard Schweitzer, storico dell’arte classica, riflettendo sulla valenza dell’immagine ha elencato tre condizioni imprescindibili per connotare un ritratto:

 

1. deve rappresentare un determinato individuo, vivente o vissuto, nella sua corporeità;

2. l’individuo rappresentato deve essere immediatamente riconoscibile e non deve essere scambiato con altri;

3. infine, deve riprodurre anche la personalità dell’effigiato, quindi il suo carattere individuale.

 

Basandosi su questi assunti sembrerebbe, dunque, inevitabile considerare ritratto solo l’immagine realistica, che restituisce fisonomia e carattere del soggetto. Come però anticipato, si è affermata nel corso del tempo un’altra tendenza, che va al di là del realismo, ed è quella secondo la quale si intende per ritratto anche un’immagine distorta della persona, mediata e filtrata dall’occhio dell’artista che ne interpreta la psicologia attraverso un modello cognitivo del tutto personale. È dunque evidente come, nella contemporaneità, sia in atto un confronto tra due diverse modalità interpretative. Questa mostra intende, quindi, condurre il visitatore alla scoperta di queste due differenti idealità, per scoprire come sia possibile rimodulare la concezione tradizionale alla luce di diverse esperienze artistiche contemporanee.

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