INDOVINA CHI VIENE A SPA? Talk con Marco Scotini - rinviato

15.04.2025

Project

Marco Scotini è critico d’arte e curatore. Attualmente ricopre il ruolo di direttore artistico a FM Centro per l’Arte Contemporanea di Milano, polo specializzato nella conservazione e valorizzazione delle collezioni private, degli archivi d’artista e nella promozione dell’arte contemporanea. Dal 2004 è direttore del Dipartimento di Arti Visive di NABA-Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e Roma. È direttore scientifico dell’Archivio Gianni Colombo, dell’Archivio Bert Theis, dell’Archivio Clemen Parrocchetti, dell’Archivio Nanni Balestrini e dell’Archivio Bruno Di Bello. Dal 2014 è responsabile del programma espositivo del PAV- Parco Arte Vivente di Torino. È stato direttore artistico della 2nd Yinchuan Biennale nel 2018 e dal 2019 al 2021 è stato membro dell’Italian Council. Ha curato oltre duecento esposizioni per le più importanti istituzioni artistiche nazionali ed internazionali, tra cui il padiglione albanese alla Biennale di Venezia (2015), tre edizioni della Biennale di Praga (2003, 2005, 2007), L’Inarchiviabile / The Unarchivable. Italia anni 70 presentata a FM Centro per l’Arte Contemporanea di Milano (2016), Anren Biennale (2017), Seconda Yinchuan Biennale (2018), Il Soggetto Imprevisto (2019) sugli archivi del femminismo italiano, 17ª Instanbul Biennale (2022), BETA Timișoara Biennale (2022) ed è stato advisor per Bangkok Biennale (2020 e 2022). Disobedience Archive, dal 2005 al 2014, ha viaggiato nei musei di diverse città del mondo, tra cui Massachusetts Institute of Technology di Boston, Van Abbemuseum di Eindhoven, il Castello di Rivoli di Torino, Nottingham Contemporary, Raven Row di Londra, Kunsthalle Charlottenborg, Istanbul Biennale (2022), BETA Timișoara Biennale (2022) e Biennale di Venezia(2024). È direttore della collana Geoarchivi della casa editrice Meltemi e ha al suo attivo numerose monografie di artisti italiani e internazionali (tra cui Gianni Pettena, Ugo La Pietra, Deimantas Narkevicius, Laura Grisi, Mario Cresci).

Marco Scotini è critico d’arte e curatore. Attualmente ricopre il ruolo di direttore artistico a FM Centro per l’Arte Contemporanea di Milano, polo specializzato nella conservazione e valorizzazione delle collezioni private, degli archivi d’artista e nella promozione dell’arte contemporanea. Dal 2004 è direttore del Dipartimento di Arti Visive di NABA-Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e Roma. È direttore scientifico dell’Archivio Gianni Colombo, dell’Archivio Bert Theis, dell’Archivio Clemen Parrocchetti, dell’Archivio Nanni Balestrini e dell’Archivio Bruno Di Bello. Dal 2014 è responsabile del programma espositivo del PAV- Parco Arte Vivente di Torino. È stato direttore artistico della 2nd Yinchuan Biennale nel 2018 e dal 2019 al 2021 è stato membro dell’Italian Council. Ha curato oltre duecento esposizioni per le più importanti istituzioni artistiche nazionali ed internazionali, tra cui il padiglione albanese alla Biennale di Venezia (2015), tre edizioni della Biennale di Praga (2003, 2005, 2007), L’Inarchiviabile / The Unarchivable. Italia anni 70 presentata a FM Centro per l’Arte Contemporanea di Milano (2016), Anren Biennale (2017), Seconda Yinchuan Biennale (2018), Il Soggetto Imprevisto (2019) sugli archivi del femminismo italiano, 17ª Instanbul Biennale (2022), BETA Timișoara Biennale (2022) ed è stato advisor per Bangkok Biennale (2020 e 2022). Disobedience Archive, dal 2005 al 2014, ha viaggiato nei musei di diverse città del mondo, tra cui Massachusetts Institute of Technology di Boston, Van Abbemuseum di Eindhoven, il Castello di Rivoli di Torino, Nottingham Contemporary, Raven Row di Londra, Kunsthalle Charlottenborg, Istanbul Biennale (2022), BETA Timișoara Biennale (2022) e Biennale di Venezia(2024). È direttore della collana Geoarchivi della casa editrice Meltemi e ha al suo attivo numerose monografie di artisti italiani e internazionali (tra cui Gianni Pettena, Ugo La Pietra, Deimantas Narkevicius, Laura Grisi, Mario Cresci).

A
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MOSTRA FIGURE

12.10.2024–05.07

Perché puntare l’attenzione sui ritratti in un’epoca in cui è facile, grazie alle moderne tecnologie, offrire immagini di sé in grado di rappresentare emozioni e situazioni differenti? Perché continuare a cercare di cogliere sentimenti e sensazioni attraverso una raffigurazione? E, soprattutto, cosa si intende oggi con ritratto? Queste sono le domande da cui parte questo nuovo progetto espositivo, che si focalizza sul ritratto e sulla sua evoluzione, partendo dal presupposto che lo stesso non è solo esperienza figurativa ma, in particolar modo nella contemporaneità, anche astratta.

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